dialettale/regionale: Sbuccino (Toscana) – Probabilmente chiamato così perché sfogliava, sbucciava le canne, anche se il termine sbucciare non è sicuramente appropriato. Si tratta di arnese che serviva per togliere le foglie alle canne, ne esistevano diversi tipi e dimensioni diverse per eseguire il lavoro con canne più piccole o più grandi. Erano fatti in metallo, si aprivano in due parti legate da cerniera per poter introdurre la canna da sbucciare. Per le lame occorreva l’acciaio ed in particolare le molle delle serrande perché dovevano essere al tempo stesso rigide, ma flessibili. Avevano poi bisogno di essere opportunamente piegate e calibrate per funzionare bene e non danneggiare le canne.
Squarrino e Sbuccino Utensili che iniziarono ad essere usati a Pescia (Pistoia), negli anni ’30 quasi 100 anni fa, per la produzione di cesti con forma a parallelepipedo rettangolare che venivano usati per la spedizione, via ferrovia, dei fiori recisi. Altra produzione tipica di Pescia erano i cestoni, in questo caso tondi, che venivano usati per la spedizione delle piante di olivo con pane di terra.
Per tali produzioni di cesti venivano usati, in un primo momento, materiali raccolti in loco come salici e canne (arundo donax). I salici più grossi avevano la necessità di essere divisi per essere lavorati, come pure ovviamente le canne che venivano divise in modo grezzo e non rifinito in strisce della grandezza di 1-2-3 cm e della lunghezza dell’intera canna quindi anche 3-4 metri.