Sàlice (pop. sàlcio, letter. o poet. salce) s. m. [lat. salix –ĭcis]. – 1. Nome comune delle varie specie di piante del genere Salix della famiglia salicacee, ampiamente distribuite soprattutto nelle regioni temperate e artiche dell’emisfero boreale e in partic. in ambienti umidi, per es. lungo i corsi d’acqua: sono alberi o arbusti, anche striscianti sul suolo o con fusto ipogeo, come per es. Salix herbacea che vive anche in Italia oltre i 2000 m, su suoli umificati acidi di vallette nivali; le foglie, tipicamente alterne e stipolate, sono intere con nervatura pennata e lamina da subrotonda a lineare; i fiori, senza perianzio, unisessuali e dioici, sono riuniti in amenti: quelli maschili con pochi stami, quelli femminili con 2 carpelli saldati in un ovario peduncolato; i frutti sono capsule contenenti semi con un ciuffo di peli. Il genere Salix comprende alcune centinaia di specie, di cui oltre 30, con numerosi ibridi, anche in Italia: i salici da vimini (Salix viminalis, S. purpurea), il salice da ceste (S. triandra), il salice bianco (S. alba), ecc.; il salice piangente (S. babylonica), originario delle regioni subtropicali asiatiche, e così chiamato per i suoi rami caratteristici, molto lunghi e pendenti, è largamente coltivato nei giardini e nei parchi (in senso fig. scherz., sembra un s. piangente, di persona in lacrime). Il legno, bianco, fine, è adatto per sedie, botti, e per farne un carbone particolarmente utilizzato nella fabbricazione della polvere da sparo; la corteccia dei rami giovani, che in commercio si trova essiccata e ridotta in strisce flessibili e tenaci, di sapore amaro astringente, contenente salicina e tannino, è dotata di azione antireumatica, antitermica e astringente. 2. Ramo di salice, usato per legare in fasci frumento, fieno e ortaggi.
( fonte vocabolario Treccani )
dialettale/regionale: Sauci (Campania) – Termine utilizzato nel territorio di Falciano del Massico (CE). Generalmente per indicare le pianta di Salice utilizzata per la raccolta di vimini.
dialettale/regionale: Ollastru de arriu (Sardegna) – Salice rosso o salix purpurea. In sardo ollastru de arriu (olivastro di fiume).
dialettale/regionale: Salice (Lazio)
dialettale/regionale: Sarcio, Vinco, Torchio (Toscana) – Termine utilizzato per definire la pianta di salice.
dialettale/regionale: Sàila (Toscana – pesciatino) – Termine utilizzato per definire la pianta di salice.
dialettale/regionale: Salcio (Toscana) – Termine utilizzato per definire un ramo di salice.
dialettale/regionale: Guren (Piemonte – Valle Bormida) – Termine utilizzato per definire la pianta di salice.
dialettale/regionale: Vinco (Marche) – Termine utilizzato per definire un ramo di salice.
dialettale/regionale: Vign (Campania – Irpinia) – Termine utilizzato per definire i rami di salice.
dialettale/regionale: Sàrciu (Abruzzo – Campotosto – AQ)
dialettale/regionale: Véteca (Abruzzo – Campotosto – AQ) Indica il S. purpurea.
dialettale/regionale: Arbùcciu (Abruzzo – Campotosto – AQ) Indica il S. alba.
dialettale/regionale: Sadzo – Gora – Gorraz (Valle d’Aosta)
dialettale/regionale: Sargiu (Umbria – Cascia)
dialettale/regionale: Seregone o Salicone (Umbria – Norcia) Salice gigante di fiume.
dialettale/regionale: Vetica (Umbria – Cascia) Salice grigio di fiume.
dialettale/regionale: Vetrica (Umbria – bassa Valnerina) Salice grigio di fiume.